Architettura della chiesa Gesù Redentore


Questo blog vuole essere uno spazio dedicato all'architettura del nuovo complesso parrocchiale di Gesù Redentore, dedicato a maggio 2008, progettato dall’architetto milanese Mauro Galantino, vincitore del concorso nazionale indetto dalla Conferenza Episcopale Italiana per qualificare l’architettura religiosa. Il progetto, studiato fra il 2001 e il 2005, ha dato vita ad una struttura moderna e innovativa, che può oggi offrire alla parrocchia - circa 14.000 abitanti – e alla città la chiesa più grande della diocesi di Modena, diventando, inoltre, esempio concreto dell’espressione minimalista dell’architettura italiana contemporanea.
m.l.

Il concetto alla base del progetto rappresenta una sfida alla funzionalità e mette in atto dei presupposti teorici che danno qualità agli spazi; l’architettura si distingue complessivamente per la geometria delle forme e la loro distribuzione razionale.

All'esterno l'insieme trasmette una sensazione di bellezza e di misticità. Lo sguardo viene condotto verso l’alto campanile che, insieme al corpo della chiesa e al grande sagrato, coopera a creare il luogo della comunità, accogliendo la città, ponendola nello stato dell’interesse e nella percezione degli elementi-soglia architettonici: facciata, nartece, portale, i quali suggeriscono l’accoglienza e l’incontro con Dio, più che la monumentalità. Semplici ma sapienti linee costruttive creano un interessante gioco di luci, volumi e livelli, accentuato dai contrasti della pietra naturale con il bianco splendente, che dà prestigio all’intero complesso, grazie all’utilizzo di un innovativo tipo di cemento “autopulente”, in grado di mantenersi bianco anche dopo molti anni, resistendo allo smog e alle intemperie.




All’interno della chiesa colpisce il visitatore la serenità che l’ambiente comunica, dovuta ad una combinazione di lineari superfici di pietra e facciate trasparenti. La luce zenitale e le grandi vetrate perimetrali, che consentono l'ingresso di abbondante luce naturale, esaltano la semplicità della struttura e le forme geometriche, che si combinano con i materiali naturali selezionati e il mobilio essenziale.
Lo spazio è nel complesso caratterizzato da una “corona di luce”, una zona perimetrale più alta e più illuminata, che cinge lo spazio assembleare, lo connette visivamente e simbolicamente verso il cielo, enfatizzando il valore ascensionale delle pareti perimetrali fin verso la grande vela, nel controsoffitto, realizzata con una finitura in gesso, che smaterializza l’importanza strutturale della copertura.

La disposizione liturgica, frutto di una ricerca accurata che ha recepito, oltre alla lezione degli architetti moderni, la tradizione antica della chiesa, come risulta oggi manifesta nella Cappella Redemptoris Mater, voluta da Giovanni Paolo II a due passi dall’abitazione del Papa, evidenzia particolarmente l’assemblea. Questa non è rivolta univocamente all’altare, come spettatrice verso un palco, ma una metà all’altra, disponendosi sui lati lunghi di una grande ellisse, che ha come fuochi la Parola (ambone doppio: basso per la parola biblica, alto per il Vangelo, in una stesura che monumentalizza la Parola e reintroduce l’icona della montagna, ai piedi e sopra la quale si parla) e il Sacrificio (altare: un quadrato di 4 metri di lato rialzato di 45 centimetri con quattro accessi). La comunità eucaristica può essere così soggetto e oggetto della preghiera, suggerendo con ciò l’autorità piena e umile del corpo mistico di Cristo.

L’interno si distingue anche per la presenza di ambiti a cielo aperto, la cui visione è possibile solo da chi è dentro la chiesa: l’orto degli ulivi, che come un abside dilata lo spazio alle spalle dell’altare, e la grande fontana con acqua corrente, sul lato opposto, che collega visivamente e simbolicamente il luogo del battesimo alla cappella dove è custodito il tabernacolo.

La cappella feriale, con due ingressi (dall’aula e dall’esterno), utilizzabile anche separatamente dalla chiesa, conclude, in modo naturale, il percorso di accesso e la transizione tra sagrato, portale, fonte battesimale, asse della celebrazione (ambone e altare), dando la riserva eucaristica come destino del percorso.

Fanno parte del grande complesso le Opere parrocchiali e la Casa della Carità, quest’ultima segno visibile della Carità nella Parrocchia e destinata a diventare seme di cittadinanza, stimolo in rete con altre iniziative e preparazione ad accogliere i poveri delle future generazioni.

Nell’insieme, il complesso di Gesù Redentore risulta caratterizzato da uno stile semplice e puro, dall’uso sapiente della luce, dalle multiple relazioni spaziali, dal design e dalla struttura, dalla qualità dei materiali, che acquisiscono un'importanza fondamentale a scapito di ogni forma di decorazione o ornamento, senza concessioni alla comodità o alle evocazioni non necessarie. L’opera dell’architetto Galantino si presenta, quindi, alla stagione del rinnovamento dell’architettura moderna italiana con un linguaggio che vale come autentico capolavoro, capace di sorprendere, emozionare e catturare il visitatore, oltre che parlare alla ricerca architettonica contemporanea.



immagini coperte da copyright. fotografie di michele laurenzana


credits

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progetto architettonico
Mauro galantino
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assistente
Ester Garzonio
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collaboratori al progetto architettonico
Emily Brichard, Tommaso Cigarini,
davide Frattini Frilli, Anja Frenkel,
Paola Lorenzoni, Valentina Misgur,
Paola Mancia, Pietro Orecchioni,
Paolo Rigodanzo, Carlo Rivi,

Paola Sturla
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opere d'arte
Bert Van Zelm, Barcellona
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liturgisti
Mons. Giuseppe Arosio (concorso)
Don Marco Pongiluppi, Mons. Giuseppe Busani
(sviluppo e realizzazione)
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strutture
Sajni e Zambetti (progetto preliminare)
Claudio tavoni - Ingegneri Riuniti Modena
(progetto definitivo ed esecutivo)
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impianti
Alex Sandelewsky
con Enrico Molinaro
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impresa
"Generali 2", Modena
Maurizio Trediosi (diirettore di cantiere)
Emilio Nigro, luciano Novi (assistenti)
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direzione lavori
Claudio tavoni
con Giovanni Tenti, Luca Reggiani
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committente
Arcidiocesi di Modena-Nonantola
con l'apporto della Commissione Episcopale
Italiana; Concorso CEI 2001, responsabile:
Mons. Giancarlo Santi
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localizzazione
corso L. Da Vinci 297, Modena
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dati dimesnionali
7.570 mq superficie utile
19.000 mq superficie opere esterne
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cronologia
2001: concorso
2005: progetto esecutivo
settembre 2005-maggio 2008: realizzazione

speciale DEDICAZIONE

I canti della messa della dedicazione

Da questa pagina, collegata direttamente al web site della parrocchia, si possono scaricare i canti della messa della dedicazione del 4 di maggio 2008.

Speciale ringraziamento all'Istituto di Musica e Litugia della Diocesi di Reggio che ha composto i canti per la messa di dedicazione della chiesa di Gesù Redentore.

clicca qui per ascoltare e scaricare i brani

per strumenti, corale, solista e assemblea.
Composizione: Armando Saielli e altri.
Esecuzione: Istituto diocesano di musica e liturgia di Reggio Emilia, diretto da Giovanni Mareggini.


Leggi l'intervista ad Armando Saielli

PROSSIMI APPUNTAMENTI 2011

EVENTI DEL 2011 CON L'ORGANO DI GESU' REDENTORE
(calendario concerti ufficiali)

18 marzo 2011, ore 21
Etienne WALHAIN
Tournai (Belgio)


13 maggio 2011, ore 21
Jorg ABBING
Saarbucken (Germania)


10 settembre 2011, ore 21
G. MAREGGINI dirige I.D.M.L.
("Missa gaia/Earth mass" di P.Winter)
Reggio Emilia


23 settembre 2011, ore 21
Mario VEDRICCHIO

Parma


1 ottobre 2011, ore 21
Yanka Hekimova

Parigi


21 ottobre 2011, ore 21
Thierry ESCAICH

Parigi

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CALENDARIO VESPRI D'ORGANO

3 - 17 aprile e 1 maggio 2011, ore 18
Vespro ecumenico
Riccardo CASTAGNETTI
Modena

12 , 19 e 26 giugno 2011, ore 18
Meditazione: Letture e improvvisazioni
Riccardo CASTAGNETTI
Modena

11 dicembre 2011, ore 18
Vespro ecumenico
Alessandro MANNI
Modena

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SAGRA di GESU' REDENTORE

7-12 settembre 2010

info appuntamenti su
www.gesuredentore.it


VENERDI' 10 SETTEMBRE 2010
ALBERTO BERTOLI inCONCERTO

ore 21.00,
ingresso grat
uito
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EVENTI DEL 2010 CON L'ORGANO DI GESU' REDENTORE

(calendario concerti ufficiali)

Sabato 20 marzo 2010, ore 21
Claudio ASTROMO
(Bolzano)

Sabato 24 aprile 2010, ore 21
Yanka HEKIMOVA
(Parigi)

Sabato 8 maggio 2010, ore 21
Jean GUILLOU
(Parigi)

Venerdì 4 giugno 2010, ore 21
Klemens SCHNORR
(Friburgo-Monaco)

Sabato 11 settembre 2010, ore 21
Marco FRACASSI
(Cremona)

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CALENDARIO VESPRI D'ORGANO

Domenica 18 aprile 2010, ore 18
Vespro di pasqua
Alessandro MANNI
(Modena)

Domenica 19 Settembre 2010, ore 18
Vespro d'Avvento
Matteo MALAGOLI
(Modena)

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APPUNTAMENTI 2009


SAGRA DI GESU' REDENTORE

12-13 e 19-20 settembre
stand gastronomici e attività per grandi e bambini. Spettacoli serali dalle 21.00, concerti e gara di talenti musicali. more info programma completo clicca qui.

VISITE ALLA NUOVA CHIESA
12-13 e 19-20 settembre
visite a gruppi alle ore 15.00, 16.00 e 17.00



in occasione della rassegna MODENA ORGAN FESTIVAL

martedì 15 SETTEMBRE 2009,ore 21
KATHERINE NIKITINE - organo
VEROUCHKA NIKITINE - pianoforte

le due affermate musiciste sorelle parigine approdano a Modena per un suggestivo, e raro, evento musicale







INAUGURAZIONE DELL'ORGANO
sabato 21 marzo 2009 alle ore 21.00, JENNIFER BATE, considerata una delle più grandi organiste al mondo, terrà nella parrocchia di Gesù Redentore il concerto inaugurale dell'organo.

Domenica22, nella messa delle 11.00, il Vescovo Benito Cocchi fara' la benedizione. messa suonata da Jennifer Bate.

leggi tutte le info, dal THE TIMES


"L'organo a canne collocato nella nuova chiesa parrocchiale di Gesù Redentore è il naturale completamento progettuale degli arredi liturgico-celebrativi. Le vicissitudini che hanno portato alla costruzione di un simile manufatto si sono rivelate a dir poco straordinarie e totalmente fuori dalla norma. La particolarità più unica che rara è stata la fortunosa e inusuale acquisizione di un ingente quantitativo di antico e nobile materiale fonico, storicamente omogeneo, in terra britannica, a causa della chiusura di svariate chiese. I materiali trovati abbandonati sono stati acquistati a poco prezzo e disposti in uno strumento che è rinnovato interamente: un organo risuscitato."


EVENTI DEL 2009 CON L'ORGANO DI GESU' REDENTORE
(calendario concerti ufficiali)

Venerdi' 24 aprile 2009, ore 21
Federica IANNELLA
(Senigallia)

Venerdi' 29 maggio 2009, ore 21
Giuliana MACCARONI
(Pesaro)

Venerdi' 25 settembre 2009, ore 21
Zuzana FERJENCIKOVA
(repubblica Slovacca)



CALENDARIO VESPRI D'ORGANO

Domenica 12 aprile 2009, ore 18
Vespro di pasqua
Alessandro MANNI
(Modena)

Domenica 13 Dicembre 2009, ore 18
Vespro d'Avvento
Alessandro MANNI
(Modena)



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INFO _ visite guidate

dove siamo (link map)


Chiesa di Gesù Redentore

Via Leonardo da Vinci 270 – 41100 Modena

(dalla stazione FS centrale, autobus: linee 10 e 12)

Orari: Dalle ore 7.30 alle ore 19.30
Per visite guidate gratuite: segreteria 059 2928147 (dal lunedì al sabato dalle 16.30 alle 19.30)



per ulteriori info, segnalazioni o per visite guidate private, gratuite, contattare la redazione nuovarchitettura al seguente indirizzo mail:

redazione.nA@hotmail.it



www.gesuredentore.it

Dibattito sulla nuova chiesa


L’opera di Galantino lontana dalla “tradizione”?

Semplicemente architettura.

L’ultima grande stagione dell’architettura italiana si inscrive nel ventennio compreso fra le due guerre mondiali. Le opere maggiori, prevalentemente edifici pubblici, sono contrassegnate nella quasi totalità dall’adozione di materiali litici nazionali declinati progettualmente sia in forme convenzionali, dalle correnti più tradizionaliste, che in forme innovative dai giovani architetti emergenti.

Negli edifici più rappresentativi dell’architettura moderna italiana sembrano emergere - pur nella specificità e diversità delle opere - due caratteri dominanti. Il primo attiene all’estetica delle superfici e dei volumi, all’immagine stessa dell’architetttura sospesa fra innovazioni e atmosfere di tradizione; il secondo investe, più specificatamente, la concezione dello spazio.

Negli esterni il largo e diffuso impiego di rivestimenti litici, posti a conferire tratti rappresentativi ad un’architettura civile, pubblica, costituisce il contributo più peculiare ed originale della ricerca italiana che, così, si distingue rispetto all’uso di materiali industriali, di superfici ad intonaco ricorrenti nelle opere delle avanguardie europee. In tale azione si consumano molto delle tensioni creative e della carica sperimentale dell’architettura nel nostro Paese. Ma è davvero questa la strada da seguire oppure in Italia c’è, in realtà, bisogno di cominciare a guardare oltre alla “tradizione” imparando ad accettare qualcosa che reputiamo “diverso” solo per il semplice motivo che ci vien difficile comprenderlo?

L’incontro dibattito tenuto, così, nella Nuova Chiesa di Gesù Redentore il 4 aprile nella rassegna “Futuro. Fra 30 anni quale chiesa, quale società?", con la presenza dell’illustre architetto svizzero Mario Botta, del progettista Galantino e del Vescovo della città di Modena Mons.Benito Cocchi, ha acceso, nuovamente, questa incognita sulla difficoltà, nella cultura italiana, di interpretare l’architettura moderna.

Bisogna, quindi, far fronte ad un nuovo sistema concettuale di cosa vuol dire fare architettura oggi, un’arte fatta di sostanza e allo stesso di “apparenza”. Tenere in considerazione un continuo sviluppo della società verso qualcosa che guarda sempre di più al futuro, orientandosi verso un concetto evento che diventa immediatamente pubblicità. Indiscutibilmente imparagonabili i metodi di ricerca dell’architetto svizzero, che ha presentato alcune delle sue opere più note al grande pubblico, in relazione alla filosofia minimalista dell’architettura di Galantino, ma certamente unitarie nel linguaggio interpretativo del saper, entrambi, sorprendere ed emozionare, all’interno dell’involucro architettonico da loro progettato. Il mattone utilizzato da Botta è portatore di un linguaggio che fa parte certamente della cultura italiana, ma l’opera di Galantino - seppur caratterizzata da figure architettoniche essenzializzate, asciutte, prive di ogni retorico riferimento alla tradizione - è comunque portatrice di una implicita continuità storica, di una raffinata e moderna evoluzione della concezione classica. Lungo questa direzione, l’opera dell’architetto milanese, si presenta quindi alla stagione del rinnovamento dell’architettura moderna italiana con un linguaggio che vale come autentico capolavoro, capace di parlare, oggi, alla ricerca contemporanea.

Se l’architettura delle avanguardie europee si definisce sotto il profilo costruttivo prevalentemente attraverso intelaiature strutturali con pilastri, travature, setti parietali in calcestruzzo armato o in acciaio che assumono un valore autonomo, enucleabili all’interno degli organismi edilizi e spaziali, la cultura progettuale italiana, tra cui lo stesso complesso parrocchiale di Gesù Redentore, non azzera completamente i caratteri connessi alla costruzione muraria, pur impegnandosi nell’evoluzione dell’intonaco in superficie di chiusura perimetrale, alternandolo con eleganti contrasti della pietra naturale.

La nostra tradizione nazionale probabilmente, oggi, è promotrice di un certo “spirito del tempo”, interpretato dagli uomini con eccessivo dogmatismo, introducendone una decisa componente deterministica al divenire dell’arte che traccia confini dai quali non è concesso uscire senza il rischio dell’esilio o dell’oblio, allora si capisce come il consacrare un unico punto di vista ad interprete autentico di un’epoca abbia potuto oscurare nuovi metodi di ricerca nell’architettura contemporanea, non per questo, non icona di capolavori del progettare oggi, e nel futuro.

m.l.


immagini coperte da copyright. fotografie di michele laurenzana


> Leggi l'aricolo di Paolo portoghesi su "L'osservatore romano" del 20 gennaio 2011


> Leggi l'ntervento del parroco a un Convegno internazionale su architettura e liturgia, celebrato a Bose nel giugno 2009


> Leggi il dibtattito, e le interviste, sul Corriere della Sera del 24 gennaio 2011


> Nuove architetture Una mostra di «Casabella» sugli spazi liturgici contemporanei riapre la polemica (articolo Corriere della Sera 8 febbraio 2011)



La relazione liturgica

(documento da www.gesuredentore.it)

Relazione liturgica sulla chiesa di Gesù Redentore


Opere parrocchiali e chiesa

Il rapporto fra opere parrocchiali e chiesa è dato da un vuoto architettonico, così come nella realtà non si dà continuità fra aggregazione, scuola della parola e mistero che si offre gratuitamente.
Un braccio delle ope
re disegna il leggero collegamento funzionale tra i due corpi senza darlo a vedere. La galleria di connessione è aperta verso il cielo e dal sagrato non si colgono elementi in scala minore (finestre, logge, balconi) che contaminino la priorità spaziale del sagrato e il valore monumentale della facciata della chiesa.
In questo luogo di accoglienza e di commiato, tutto parla del passaggio tra la città degli uomini e lo spazio dell’assemblea,
anticipandone il valore collettivo. Solo il portico con la sua dimensione ridotta e la sua predisposizione alla sosta con panche e sedute, addolcisce e misura con dimensione umana, la scala maggiore dello spazio d’ingresso-uscita.

Ambienti-soglia
Il sagrato sopraelevato rispetto alla strada è primariamente lo spazio della sosta, del convenire e della preparazione all’ingresso nella chiesa, l’ambiente soglia che accoglie la città e la pone nello stato dell’interesse e nella percezione degli elementi soglia architettonici: facciata, nartece, portale della chiesa.
La facciata, rivolta alla piazza-sagrato, induce il senso della
disponibilità accogliente più che il senso della monumentalità, perché il significato non è la dimostrazione d’esserci ma la comunicazione sommessa del mistero che si offre.
Il nartece è un elemento non molto grande esternamente ma prolungato all’interno con l’ambiente catecumenale dell’ampio ingresso posto sotto il soppalco, che presenta a sua volta la penitenzeria, le acquasantiere e la zona della comunicazione.
Il portale è segno forte della necessità della scelta cristiana e i
ndica il passaggio fra la vita che scorre nella città e la vita raccolta nel rapporto con Dio; anch’esso s’espande, all’interno, sotto la galleria poi porta al segno rivelatore. Tale segno è il lezionario quotidiano offerto su una mensola a forma di Tau incastonata nel pilastro cruciforme che regge l’architettura battesimale.
Il nartece appare in facciata come un volume estruso, rivestito di pietra che risolta nelle cavità d’ingresso, diviene basamento dell’opera scultorea prevista per il completamento dell’intervento. Questa è l’unica parte dell’intervento che attende uno sviluppo. Lo scultore immaginato è Michelangelo Pistoletto, la disposizione della scultura aveva necessità di misurarsi con il progetto e
secutivo completo e pertanto sarà oggetto di un complemento di studio.

LA CHIESA

Chiesa del battesimo
Gli ambienti e i segni presentati diventano ulteriormente chiari quando, entrando per il portale o recandosi leggermente a destra dalla zona soglia più feriale, davanti alle persone s’apre un percorso ancora catecumenale che traguarda, al fondo, la cappella dell’eucaristia ma, prima, subito, a destra offre l’ampio ambiente sopraelevato del battesimo. Esso si configura co
me silos di luce naturale, battistero per bambini e adulti, fontana che prosegue il segno cristiano.
La torre-silos, recando tagli che fanno entrare luce diretta a tutte le ore del giorno, porta sulla chiesa del battesimo la luce naturale ed evoca una comunicazione misteriosa ulteriore col segno della scala, la quale raggiunge il soppalco e, soprattutto, richiama i passi giovannei delle cose della terra e del cielo, della notte e della luce della coscienza, fino a interpretare nel senso della vicinanza la scala di Giacobbe.
Il battistero è a due corpi, per i bambini, nella forma di un bacile rotondo di ampie dimensioni posto su un parallelepipedo, per gli adulti, a livello del pavimento co
me vasca che evoca la sepoltura misteriosa e la rinascita illuminata e aperta sull’aula della comunità. Dal fonte –che consente il battesimo per immersione- l’acqua corrente genera la grande fontana che oltre lo spazio liturgico prosegue come acqua e strada il segno cristiano, giungendo alla stazione della Beata Vergine col Bambino e –finalmente- alla cappella del sacramento della nuova ed eterna alleanza.

Assemblea e sedi
Il percorso catecumenale sopraindicato non è costretto in uno spazio troppo definito ma è suggerito dall’altezza dell’aula, che su tutto il percorso è 15 metri
mentre si allarga all’assemblea, alta in media 11 metri, con la vista, vicino, del grande ambone della parola, e, più in là, dell’altare. Si giunge così al segno più forte ma non unico della chiesa, dopo la debita preparazione.
L’assemblea è rivolta una metà all’altra, sulla linea di una grande ellisse di cui la Parola e il Sacrificio sono i due fuochi. Rivolta com’è non solo ai grandi luoghi della
liturgia ma anche all’altra metà dell’assemblea, la comunità eucaristica è soggetto e oggetto della preghiera, come richiesto dall’antica e sapiente preghiera del Confesso, suggerendo con ciò l’autorità piena, matura e, al tempo stesso, umile, del corpo mistico di Cristo.
Nell’assemblea sono previsti i luoghi propri delle ministerialità, con sopraelevazione caratterizzante ma non imponente. La presidenza è più alta dell’assemblea ma, a
sua volta, è parte del blocco posto nelle vicinanze del giardino, blocco condiviso da ministri, cantori, fanciulli. Essa è un segno abbastanza importante, di pietra e legno, ma posto in una posizione laterale.

Ambone
L’ambone è un segno importante per l’assemblea,
centrale e capace di attirare l’attenzione sulla proclamazione della parola che si deve poter ascoltare e vedere nella sua consistenza. La posizione nell’aula fa da cerniera fra battesimo ed eucaristia e la forma “adulta” dell’ambone risponde al bisogno che il Vangelo sia degnamente richiamato alla comunità raccolta. E’ a due livelli, ereditando una feconda tradizione che ha dato importanza alla parola soprattutto evangelica.
L’ambone basso, per la parola biblica, di pietra e legno, offre ai piedi e alle spalle del lettore, un fondo di colore scuro, e il vuoto della scala, evocatori del sepolcro di Gesù.
L’ambone ha l’altro livello, per il Vangelo delle grandi feste, che sormonta tutto e completa il monumento pasquale dell’annuncio cristiano, indicando il superamento della morte.

Altare
L’altare ha la più grande importanza, nella verità, nel segno e nell’esperienza, garantita dalla forma perfetta della pietra-altare e dal ciborio che, in alto, sormonta come una mano architettonica, il sacrificio. Tale importanza si tutela meglio col segno e il contenimento della misura che con la grandezza materiale; infatti attira lo sguardo più una forma significativa e contenuta che una grande, e una forma piccola è più facilmente significativa da tutte le direzioni la si guardi, evitando di creare sbarramenti.
L’altare è un cubo perfetto di pietra piena (di lato 1,35 m) con intorno una predella di 4 metri per 4, rivestita della stessa pietra dell’altare.

Controsoffitto sull’assemblea e ciborio sull’altare
A completamento la forma architettonica concava del ciborio in alto a circa 7 metri di altezza, che replica con la sua figura epilettica, la forma del controsoffitto che, sopra l’assemblea, ha forma convessa e, dunque, suggerisce che il mistero non è tutto nella celebrazione ma in cielo.

Cappella feriale
Prosecuzione naturale del percorso principale di accesso, conclude la transizione tra sagrato, portale, fonte, asse della celebrazione (ambone altare) e accoglie il percorso verso la custodia eucaristica come iter processionale.
La lunga fontana esterna collega visivamente e simbolicamente il luogo del battesimo al luogo della custodia.
Il trattamento cromatico della parete posteriore l’altare (trattata in cocciopesto) che si prolunga nella parete esposta al sagrato, piega nello spazio del fonte, si proietta all’esterno lungo la vasca d’acqua per concludersi nella parete retrostante il tabernacolo, costituisce una legame tangibile tra luogo della custodia e luogo del sacrificio, collegando tutti i punti salienti della liturgia.
La cappella, utilizzabile anche separatamente dalla chiesa, ha uno spazio occupato dalla grande Pietà, dipinta su tavola, inglobata nella muratura prossima ai due ingressi (da chiesa e da esterno) quasi un piccolo nartece in scala con lo spazio della custodia e dell’adorazione.
Una lunga finestra bassa inquadra la vasca d’acqua esterna.
Una grande finestra alta inquadra un volume al di sopra del tabernacolo, uno spazio esterno in cui il movimento del sole disegna una stanza di luce che lascia filtrare attraverso un lucernaio, un’illuminazione costante sul luogo della custodia.
La luce mutevole del cosmo, filtrata e riflessa dal lucernaio, assume una fissità che ne cancella toni drammatici conferitigli dalla natura. La stanza sospesa ha la luce del modo, la stanza sottoposta che custodisce l’eucaristia ha una luce costante.

Descrizione delle immagini e della loro collocazione

Crocefisso
Il crocefisso, grande opera pittorica su tela montata su legno, si dispone a fianco dell’altare, in posizione da costituire un fuoco correlato, ma indipendente, dal luogo della celebrazione.
Per l’opera sono stati redatti alcuni bozzetti, come meglio argomentato nel testo di Bert Van Zelm, autore delle opere, la stesura definitiva sarà la sovrapposizione di molteplici strati pittorici, con la costruzione di uno spessore materico tipico della tecnica del maestro olandese.

Quadro di Maria
Come previsto nel concorso sarà prodotta un’immagine della Vergine.
Il luogo del quadro è previsto e progettato all’intersezione tra chiesa e cappella, lungo il percorso professionale maggiore tra ingresso e custodia. Il quadro, di circa tre metri per tre, è disposto al di sopra di un taglio basso che lascia vedere la fontana posteriore e innalza l’immagine della Madonna al di sopra di un piano esterno in cui si riflette il cielo.

Pietà
Collocata all’ingresso della cappella, la lunga pala, composta di tre quadri giuntati, è disposta nel ricetto laterale, illuminato zenitalmente in maniera autonoma, con luce naturale e artificiale. Due dei quadri, che ritraggono Maria e altri personaggi, sono leggermente discosti dall’ultimo che ritrae Cristo. Anche il rapporto con la parete varia, i primi sono incassati nel muro, l’ultimo vi è appoggiato. Una panca continua scorre al di sotto dei dipinti e sancisce una distanza tra osservatore e piano di affissione.

Via crucis
Come previsto dal concorso sarà realizzata su pannelli in vetro opalino, a smalto, e posizionati nello spazio esterno dell’orto degli ulivi, seguibile dall’interno dell’aula o con percorso professionale all’esterno.

Connessione tra chiesa e casa della carita'

Patio
La cappella è il luogo del sacramento come anche il luogo della preghiera degli ospiti della casa della carità. Un portico collega lo spazio di vita degli ospiti al luogo della preghiera giornaliero.
La connessione funzionale abbraccia lo spazio aperto, un giardino su due livelli, luogo esterno in cui si guardano la chiesa, la cappella e la residenza tanto dei degenti, che dei loro angeli custodi. La casa canonica, posta al primo piano del giardino completa lo spazio comunitario.
Contrapposto al sagrato questo luogo è il fulcro della micro urbanità interna del centro, delimitato e protetto dai corpi di fabbrica è però in relazione visiva con tutti i percorsi tra le residenze. Gli ospiti saranno al riparo, ma non si sentiranno segregati, perché a diretto tiro di voce dal parroco e dagli assistenti, ad un passo dalla chiesa e dalla cappella, prossimi al refettorio e al locale svago. Un luogo aperto verso il cielo, ma anche alla socialità corroborante di un prossimo amico.

Don Marco Pongiluppi, parroco – Mauro Galantino, architetto


immagini coperte da copyright. fotografie di michele laurenzana

Le opere

Opere d’arte

Nella chiesa di Gesù Redentore è presente un ciclo pittorico dell’artista olandese Bert van Zelm, le cui opere, in bozzetto, erano parte del progetto dell’architetto Galantino, vincitore del concorso della CEI.

Il ciclo comprende:


la Madonna con bambino e i poveri, nell’aula, sulla parete sud, sopra la bassa finestra che lascia vedere l’acqua della fontana esterna;


il Crocifisso, nell’aula, sulla parete nord, a sinistra in alto, rispetto alla vetrata alle spalle dell’altare;



la Pietà, un trittico che occupa tutta la parete nord della cappella feriale, a sinistra entrando dall’aula

la Via Charitatis, 14 tavole in vetro serigrafato, collocate sulla parete nord dell’orto degli ulivi, che rappresentano le stazioni della passione secondo il vangelo di Giovanni;


In un rinnovato stupore per l’Incarnazione, la pittura di van Zelm, - che ha fra i suoi numerosi riferimenti anche Rembrandt e Caravaggio - propone nelle opere di Gesù Redentore un divino pittoricamente impregnato di materia, quasi fisicamente presente, un divino meraviglioso e potente proprio perché vicino all’umano, capace di abitarlo e trasformarlo, assumendone anche limiti e inquietudine.


guarda il sito ufficiale dell'artista Van Zelm


foto dei dipinti di DANTE FARRICELLA



La relazione architettonica

( documento da www.gesuredentore.it)

Il progetto della chiesa di Gesù Redentore dall’origine all’esecutivo in dialogo con la committenza
di Mauro Galantino*

Variazioni richieste in o

rdine alla presenza urbana.
Rispetto al progetto originario il cambiamento maggiore richiesto dalla Diocesi e dalla Comunità parrocchiale riguardava il fronte di ingresso della parte del complesso che ospita la Chiesa. In particolare sono stato sollecitato a differenziare il sistema di ingressi polarizzando la facciata con l’introduzione di una porta monumentale. A questa prima richiesta ho risposto individuando un luogo deputato per accedere all’interno attraverso un alto taglio ricavato nel fronte principale, disposto in modo da creare un ricetto spaziale arretrato nella facciata e collocato in continuità con uno dei quattro lati del deambulatorio interno, la “corona di luce”, che cinge l’Assemblea. La corona di luce, elemento originario dello spazio eucaristico-assembleare proposto nel concorso, viene così scomposto dalla presenza della nuova entrata e la porzione connessa con l’asse di ingresso diviene la struttura maggiore di relazione i

nterno-esterno, il percorso da cui si dipartono le viste verso gli elementi significativi dello spazio dell’Assemblea eucaristica, primo fra tutti l’Altare. La variazione del fronte urbano rendeva necessaria la soluzione anche per gli altri accessi “ordinari” alla Chiesa. Così ho avanzato il registro basso della facciata recuperando il sistema precedentemente proposto delle molte entrate, ma disponendole parallelamente al piano di faccia

ta, o in nicchia, in modo da non entrare in concorrenza con la porta monumentale. Sul basamento avanzato che consente gli ingressi secondari potrebbe essere posta una scultura dedicata al tema del Gesù Redentore, una proposta allo studio che lasceremmo alla libera interpretazione di uno scultore di grande fama, con la possibilità di interessare anche lo spazio del Sagrato. Un secondo punto fortemente sollecitato da parte della Parrocchia riguarda il volume angolare del Battistero e la sua maggiore connotazione. Coniugando questa richiesta con lo sviluppo del progetto dello spazio interno del Fonte e prestando un occhio alle insorgenti necessità strutturali di irrigidimento trasversale della fabbrica, ho optato per un ampliamento del volume. A questa scelta segue un diverso modo di illuminare l’interno con una bucatura irregolare. Ho recepito anche un desiderio della Parrocchia, praticando un taglio orizzontale sul quale ci si può affacciare dall’esterno, nella parte dove il terrapieno sarà praticabile, in modo da conservare una vista sull’aula, anche con la Chiesa chiusa. L’apertura è a quota +3,50 quindi al di sopra dei possibili utilizzatori della Chiesa, per consentire una protezione dagli sguardi esterni. Una mensola aggettante posta a rompitratta della lunga finestra, consentirà di utilizzarla quale piedistallo per scegliere tra due soluzioni: una statua del Battista nel caso il segno della Croce venga confermato al di sopra della grande porta di ingresso, una Croc

e di bronzo, esile e slanciata nel caso il segno proposto sulla facciata principale non sia confermato

Variazioni distributive
Una seconda richiesta della Diocesi e della Parrocchia riguardava la migliore utilizzazione della zona di ingresso (una riflessione sul nartece contemporaneo che la prima proposta non aveva considerato) e il posizionamento dell’area della riconciliazione in un punto più protetto. A

queste due richieste si aggiungeva una preoccupazione riguardo la radicalità dell’immagine absidale della soluzione di concorso e la richiesta di una diversa soluzione per la sequenza processionale tra sagrestia e altare che suggeriva uno spostamento dei locali di servizio al culto. La riflessione e il dialogo con la Comunità, durato più di tre mesi, intrecciato con verifiche e riscontri (sempre interlocutori ) con la Diocesi, la CEI, e mons. Arosio mio consulente per la liturgia, ci (e uso il plurale senza nessuna remora e senza nessun artificio retorico) ha condotto ad una riflessione che da elementi funzionali ha spostato la riflessione molto più lontano. E’ come se il seme contenuto nella proposta di concorso producesse un frutto, simile alla matrice ma in qualche modo del tutto nuovo. Abbiamo interrogato gli elementi della struttura spaziale che avevamo a disposizione, l’orto degli ulivi a nord

, la fontana e il fonte battesimale a sud, due spazi aperti interni alla chiesa, pensati nel concorso per accompagnare l’asse centrale verso la parete dell’altare e abbiamo coniugato questi due elementi con la nuova porta di ingresso. Questa operazione ci ha ricordato che la “corona di luce”, l’anello di spazio illuminato già pensato per cingere l’assemblea, ora veniva rafforzato nella sua condizione di recinto, trasformando il primo lato in galleria di ingresso, una galleria tesa tra sagrato e cappella del SS Sacramento, tangente il Fonte, da orientare radicalmente verso l’Altare. Così, con molteplici e faticosi tentativi, abbiamo deciso di ruotare l’assemblea. E tutti gli elementi hanno preso la giusta posizione. L’Altare ha ritrovato una dilatazione significativa alle sue spalle, analogica dell’abside e costituita dall’orto degli ulivi. Uno spazio verde, leggermente sopraelevato per dare a vedere la superficie erbosa all’interno della Chiesa, schermato per impedire introspezione, piantumato con tre ulivi, senza abbagliamento per l’assemblea perché disposto a Nord. L’Altare trova di fronte a sè il Fonte secondo una linea ideale che taglia e orienta la sequenza d’ingresso. La fontana d’acqua e l’orto divengono due fuochi spaziali messi in tensione dal Fonte e dall’Altare, il progetto di caratterizzazione degli elementi naturali mediante due elementi della liturgia si realizza pienamente. L’asse dell’assemblea viene completato dal posizionamento dell’Ambone. Que

sta sequenza trasversale rispetto al movimento di entrata: Fonte, Ambone e Altare ha consigliato la disposizione dell’Assemblea nella stesura che presentiamo. Il riordino generale ha definito di conseguenza la corretta posizione della zona della Riconciliazione e il riordino della opposta zona dei servizi. Il trattamento della zona d’ingresso è rimasto caratterizzato dalla compressione spaziale della gradinata superiore. Un sistema di sedute illuminate zenitalmente che accolgono spazi diaframmati da lunghi setti, consente un avvicinamento filtrato verso l’Assemblea e il posizionamento della zona della Riconciliazione in zone defilate e discrete, connesse all’Aula e sufficientemente vicine alle zone di ingresso. Sul lato opposto l’antica parete absidale del concorso si frantuma in tre zone, la cappella di accesso all’orto degli ulivi (caratterizzata dal volu

me della scala di servizio), il luogo dell’organo e il locale a duplice uso (50) ufficio di sagrestia e locale per i bambini accompagnati. Tra una celebrazione e l’altra questo piccolo luogo, sarà utilizzato come ufficio, nel corso della celebrazione accoglierà i più piccoli. Aperto visivamente verso l’Aula ma protetto acusticamente e con la possibilità di accedere al patio posteriore, offre agli adulti accompagnatori il luogo per partecipare alla funzione e ai bambini di giocare. I locali della sagrestia sono suddivisi per garantire la presenza di un locale per il deposito di arredi e la sagrestia vera e propria con un locale igienico. La cappella ad eccezione del servizio posteriore che diviene un ripostiglio, rimane invariata.

Spazio, luce, struttura
Nel corso dello sviluppo progettuale, la richiesta di ottemperare le nuove norme in materia sismica ha prodotto una parziale modifica di alcune soluzioni presentate nel concorso e nella prima stesura del preliminare discusso tra febbraio e maggio. Come meglio si evince dagli elaborati strutturali, che per la complessità dell’opera hanno una definizione da progetto definitivo (ma era impossibile procedere altrimenti) la scatola della Chiesa è stata irrigidita variando la dimensione degli spessori in cemento armato delle pareti perimetrali. Un secondo tema è stato quello di costruire degli irrigidimenti alle sollecitazioni trasversali (i soli carichi normali al suolo avrebbero consentito una realizzazione del tutto prossima alle immagini di concorso) collegando alcune strutture tra loro. Un terzo te

ma è stato dato dalla variazione della scatola di copertura, che ha collegato le pareti perimetrali utilizzando le quattro travi disponendo un reticolo orizzontale di irrigidimento. Malgrado (o forse grazie a) queste complesse difficoltà il progetto ha salvato la logica tettonica del concorso, producendo ancora uno spazio caratterizzato da una “Corona di luce”, una zona perimetrale più alta e più illuminata che cinge lo spazio assembleare, lo connette visivamente e simbolicamente verso il cielo, enfatizzando il valore ascensionale delle pareti perimetrali. Il controsoffitto previsto nel concorso, ligneo e piano, liberato da vincoli tecnologici (illuminazione, riscaldamento e acustica non vi sono alloggiati) può concorrere a sottolineare la dilatazione dello spazio verso le pareti perimetrali, inflettendosi verso l’alto. La definizione materica: un grande “lenzuolo

bianco” realizzato con una finitura in gesso, concorre a smaterializzare l’importanza strutturale della copertura senza negarne la logica costruttiva soggiacente e a collaborare alla diffusione luminosa tanto naturale che artificiale

Arredi sacri

Altare
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo redatto quattro soluzioni del sistema Altare-pedana, sempre in riferimento al tipo di organizzazione di spazio assembleare proposto. Nella soluzione finale abbiamo confermato la forma e dimensione dell’altare lapideo, un cubo leggermente sollevato da terra e abbiamo lavorato sulla pedana fino alla configurazione che presentiamo: un quadrato di 4 m di lato rialzato di 45 cm, con quattro accessi.

Sede
Non è variata nel disegno, è stata lungamente studiata al centro dell’Assemblea, ma dopo aver ascoltato parecchie voci ci sembra più giusto collocarla alle

spalle dell’Altare, decentrata, sopraelevata di un metro, quindi ben visibile.

Ambone
La posizione antistante l’Altare conferisce la tensione e la polarità della celebrazione. Senza addentrarci in argomentazioni di cui siamo divenuti attenti “ascoltatori” e delle quali il nostro interlocutore diretto, don Marco Pongiluppi, Parroco della futura Chiesa del Redentore, mons. Peppino Arosio e mons. Crispino Valenziano sono sicuramente migliori conoscitori. La soluzione che alleghiamo è frutto della suggestione dell’Ambone doppio, basso per la proclamazione, alto per il Vangelo, in una stesura che monumentalizza la Parola e reintroduce l’icona della montagna, ai piedi e sopra la quale si parla.

Fonte battesimale

La scelta della collocazione, la forma, il doppio registro della vasca alta per i neonati e la vasca bassa per adulti e adolescenti, ha riscontrato il parere favorevole di tutti gli interlocutori. A queste specifiche abbiamo aggiunto le nuove proporzioni del ricetto e la nuova illuminazione di cui il luogo beneficerà.



*Architetto della nuova chiesa
di Gesù Redentore

immagini coperte da copyright. fotografie di michele laurenzana