Architettura della chiesa Gesù Redentore


Questo blog vuole essere uno spazio dedicato all'architettura del nuovo complesso parrocchiale di Gesù Redentore, dedicato a maggio 2008, progettato dall’architetto milanese Mauro Galantino, vincitore del concorso nazionale indetto dalla Conferenza Episcopale Italiana per qualificare l’architettura religiosa. Il progetto, studiato fra il 2001 e il 2005, ha dato vita ad una struttura moderna e innovativa, che può oggi offrire alla parrocchia - circa 14.000 abitanti – e alla città la chiesa più grande della diocesi di Modena, diventando, inoltre, esempio concreto dell’espressione minimalista dell’architettura italiana contemporanea.
m.l.

Il concetto alla base del progetto rappresenta una sfida alla funzionalità e mette in atto dei presupposti teorici che danno qualità agli spazi; l’architettura si distingue complessivamente per la geometria delle forme e la loro distribuzione razionale.

All'esterno l'insieme trasmette una sensazione di bellezza e di misticità. Lo sguardo viene condotto verso l’alto campanile che, insieme al corpo della chiesa e al grande sagrato, coopera a creare il luogo della comunità, accogliendo la città, ponendola nello stato dell’interesse e nella percezione degli elementi-soglia architettonici: facciata, nartece, portale, i quali suggeriscono l’accoglienza e l’incontro con Dio, più che la monumentalità. Semplici ma sapienti linee costruttive creano un interessante gioco di luci, volumi e livelli, accentuato dai contrasti della pietra naturale con il bianco splendente, che dà prestigio all’intero complesso, grazie all’utilizzo di un innovativo tipo di cemento “autopulente”, in grado di mantenersi bianco anche dopo molti anni, resistendo allo smog e alle intemperie.




All’interno della chiesa colpisce il visitatore la serenità che l’ambiente comunica, dovuta ad una combinazione di lineari superfici di pietra e facciate trasparenti. La luce zenitale e le grandi vetrate perimetrali, che consentono l'ingresso di abbondante luce naturale, esaltano la semplicità della struttura e le forme geometriche, che si combinano con i materiali naturali selezionati e il mobilio essenziale.
Lo spazio è nel complesso caratterizzato da una “corona di luce”, una zona perimetrale più alta e più illuminata, che cinge lo spazio assembleare, lo connette visivamente e simbolicamente verso il cielo, enfatizzando il valore ascensionale delle pareti perimetrali fin verso la grande vela, nel controsoffitto, realizzata con una finitura in gesso, che smaterializza l’importanza strutturale della copertura.

La disposizione liturgica, frutto di una ricerca accurata che ha recepito, oltre alla lezione degli architetti moderni, la tradizione antica della chiesa, come risulta oggi manifesta nella Cappella Redemptoris Mater, voluta da Giovanni Paolo II a due passi dall’abitazione del Papa, evidenzia particolarmente l’assemblea. Questa non è rivolta univocamente all’altare, come spettatrice verso un palco, ma una metà all’altra, disponendosi sui lati lunghi di una grande ellisse, che ha come fuochi la Parola (ambone doppio: basso per la parola biblica, alto per il Vangelo, in una stesura che monumentalizza la Parola e reintroduce l’icona della montagna, ai piedi e sopra la quale si parla) e il Sacrificio (altare: un quadrato di 4 metri di lato rialzato di 45 centimetri con quattro accessi). La comunità eucaristica può essere così soggetto e oggetto della preghiera, suggerendo con ciò l’autorità piena e umile del corpo mistico di Cristo.

L’interno si distingue anche per la presenza di ambiti a cielo aperto, la cui visione è possibile solo da chi è dentro la chiesa: l’orto degli ulivi, che come un abside dilata lo spazio alle spalle dell’altare, e la grande fontana con acqua corrente, sul lato opposto, che collega visivamente e simbolicamente il luogo del battesimo alla cappella dove è custodito il tabernacolo.

La cappella feriale, con due ingressi (dall’aula e dall’esterno), utilizzabile anche separatamente dalla chiesa, conclude, in modo naturale, il percorso di accesso e la transizione tra sagrato, portale, fonte battesimale, asse della celebrazione (ambone e altare), dando la riserva eucaristica come destino del percorso.

Fanno parte del grande complesso le Opere parrocchiali e la Casa della Carità, quest’ultima segno visibile della Carità nella Parrocchia e destinata a diventare seme di cittadinanza, stimolo in rete con altre iniziative e preparazione ad accogliere i poveri delle future generazioni.

Nell’insieme, il complesso di Gesù Redentore risulta caratterizzato da uno stile semplice e puro, dall’uso sapiente della luce, dalle multiple relazioni spaziali, dal design e dalla struttura, dalla qualità dei materiali, che acquisiscono un'importanza fondamentale a scapito di ogni forma di decorazione o ornamento, senza concessioni alla comodità o alle evocazioni non necessarie. L’opera dell’architetto Galantino si presenta, quindi, alla stagione del rinnovamento dell’architettura moderna italiana con un linguaggio che vale come autentico capolavoro, capace di sorprendere, emozionare e catturare il visitatore, oltre che parlare alla ricerca architettonica contemporanea.



immagini coperte da copyright. fotografie di michele laurenzana