La relazione architettonica

( documento da www.gesuredentore.it)

Il progetto della chiesa di Gesù Redentore dall’origine all’esecutivo in dialogo con la committenza
di Mauro Galantino*

Variazioni richieste in o

rdine alla presenza urbana.
Rispetto al progetto originario il cambiamento maggiore richiesto dalla Diocesi e dalla Comunità parrocchiale riguardava il fronte di ingresso della parte del complesso che ospita la Chiesa. In particolare sono stato sollecitato a differenziare il sistema di ingressi polarizzando la facciata con l’introduzione di una porta monumentale. A questa prima richiesta ho risposto individuando un luogo deputato per accedere all’interno attraverso un alto taglio ricavato nel fronte principale, disposto in modo da creare un ricetto spaziale arretrato nella facciata e collocato in continuità con uno dei quattro lati del deambulatorio interno, la “corona di luce”, che cinge l’Assemblea. La corona di luce, elemento originario dello spazio eucaristico-assembleare proposto nel concorso, viene così scomposto dalla presenza della nuova entrata e la porzione connessa con l’asse di ingresso diviene la struttura maggiore di relazione i

nterno-esterno, il percorso da cui si dipartono le viste verso gli elementi significativi dello spazio dell’Assemblea eucaristica, primo fra tutti l’Altare. La variazione del fronte urbano rendeva necessaria la soluzione anche per gli altri accessi “ordinari” alla Chiesa. Così ho avanzato il registro basso della facciata recuperando il sistema precedentemente proposto delle molte entrate, ma disponendole parallelamente al piano di faccia

ta, o in nicchia, in modo da non entrare in concorrenza con la porta monumentale. Sul basamento avanzato che consente gli ingressi secondari potrebbe essere posta una scultura dedicata al tema del Gesù Redentore, una proposta allo studio che lasceremmo alla libera interpretazione di uno scultore di grande fama, con la possibilità di interessare anche lo spazio del Sagrato. Un secondo punto fortemente sollecitato da parte della Parrocchia riguarda il volume angolare del Battistero e la sua maggiore connotazione. Coniugando questa richiesta con lo sviluppo del progetto dello spazio interno del Fonte e prestando un occhio alle insorgenti necessità strutturali di irrigidimento trasversale della fabbrica, ho optato per un ampliamento del volume. A questa scelta segue un diverso modo di illuminare l’interno con una bucatura irregolare. Ho recepito anche un desiderio della Parrocchia, praticando un taglio orizzontale sul quale ci si può affacciare dall’esterno, nella parte dove il terrapieno sarà praticabile, in modo da conservare una vista sull’aula, anche con la Chiesa chiusa. L’apertura è a quota +3,50 quindi al di sopra dei possibili utilizzatori della Chiesa, per consentire una protezione dagli sguardi esterni. Una mensola aggettante posta a rompitratta della lunga finestra, consentirà di utilizzarla quale piedistallo per scegliere tra due soluzioni: una statua del Battista nel caso il segno della Croce venga confermato al di sopra della grande porta di ingresso, una Croc

e di bronzo, esile e slanciata nel caso il segno proposto sulla facciata principale non sia confermato

Variazioni distributive
Una seconda richiesta della Diocesi e della Parrocchia riguardava la migliore utilizzazione della zona di ingresso (una riflessione sul nartece contemporaneo che la prima proposta non aveva considerato) e il posizionamento dell’area della riconciliazione in un punto più protetto. A

queste due richieste si aggiungeva una preoccupazione riguardo la radicalità dell’immagine absidale della soluzione di concorso e la richiesta di una diversa soluzione per la sequenza processionale tra sagrestia e altare che suggeriva uno spostamento dei locali di servizio al culto. La riflessione e il dialogo con la Comunità, durato più di tre mesi, intrecciato con verifiche e riscontri (sempre interlocutori ) con la Diocesi, la CEI, e mons. Arosio mio consulente per la liturgia, ci (e uso il plurale senza nessuna remora e senza nessun artificio retorico) ha condotto ad una riflessione che da elementi funzionali ha spostato la riflessione molto più lontano. E’ come se il seme contenuto nella proposta di concorso producesse un frutto, simile alla matrice ma in qualche modo del tutto nuovo. Abbiamo interrogato gli elementi della struttura spaziale che avevamo a disposizione, l’orto degli ulivi a nord

, la fontana e il fonte battesimale a sud, due spazi aperti interni alla chiesa, pensati nel concorso per accompagnare l’asse centrale verso la parete dell’altare e abbiamo coniugato questi due elementi con la nuova porta di ingresso. Questa operazione ci ha ricordato che la “corona di luce”, l’anello di spazio illuminato già pensato per cingere l’assemblea, ora veniva rafforzato nella sua condizione di recinto, trasformando il primo lato in galleria di ingresso, una galleria tesa tra sagrato e cappella del SS Sacramento, tangente il Fonte, da orientare radicalmente verso l’Altare. Così, con molteplici e faticosi tentativi, abbiamo deciso di ruotare l’assemblea. E tutti gli elementi hanno preso la giusta posizione. L’Altare ha ritrovato una dilatazione significativa alle sue spalle, analogica dell’abside e costituita dall’orto degli ulivi. Uno spazio verde, leggermente sopraelevato per dare a vedere la superficie erbosa all’interno della Chiesa, schermato per impedire introspezione, piantumato con tre ulivi, senza abbagliamento per l’assemblea perché disposto a Nord. L’Altare trova di fronte a sè il Fonte secondo una linea ideale che taglia e orienta la sequenza d’ingresso. La fontana d’acqua e l’orto divengono due fuochi spaziali messi in tensione dal Fonte e dall’Altare, il progetto di caratterizzazione degli elementi naturali mediante due elementi della liturgia si realizza pienamente. L’asse dell’assemblea viene completato dal posizionamento dell’Ambone. Que

sta sequenza trasversale rispetto al movimento di entrata: Fonte, Ambone e Altare ha consigliato la disposizione dell’Assemblea nella stesura che presentiamo. Il riordino generale ha definito di conseguenza la corretta posizione della zona della Riconciliazione e il riordino della opposta zona dei servizi. Il trattamento della zona d’ingresso è rimasto caratterizzato dalla compressione spaziale della gradinata superiore. Un sistema di sedute illuminate zenitalmente che accolgono spazi diaframmati da lunghi setti, consente un avvicinamento filtrato verso l’Assemblea e il posizionamento della zona della Riconciliazione in zone defilate e discrete, connesse all’Aula e sufficientemente vicine alle zone di ingresso. Sul lato opposto l’antica parete absidale del concorso si frantuma in tre zone, la cappella di accesso all’orto degli ulivi (caratterizzata dal volu

me della scala di servizio), il luogo dell’organo e il locale a duplice uso (50) ufficio di sagrestia e locale per i bambini accompagnati. Tra una celebrazione e l’altra questo piccolo luogo, sarà utilizzato come ufficio, nel corso della celebrazione accoglierà i più piccoli. Aperto visivamente verso l’Aula ma protetto acusticamente e con la possibilità di accedere al patio posteriore, offre agli adulti accompagnatori il luogo per partecipare alla funzione e ai bambini di giocare. I locali della sagrestia sono suddivisi per garantire la presenza di un locale per il deposito di arredi e la sagrestia vera e propria con un locale igienico. La cappella ad eccezione del servizio posteriore che diviene un ripostiglio, rimane invariata.

Spazio, luce, struttura
Nel corso dello sviluppo progettuale, la richiesta di ottemperare le nuove norme in materia sismica ha prodotto una parziale modifica di alcune soluzioni presentate nel concorso e nella prima stesura del preliminare discusso tra febbraio e maggio. Come meglio si evince dagli elaborati strutturali, che per la complessità dell’opera hanno una definizione da progetto definitivo (ma era impossibile procedere altrimenti) la scatola della Chiesa è stata irrigidita variando la dimensione degli spessori in cemento armato delle pareti perimetrali. Un secondo tema è stato quello di costruire degli irrigidimenti alle sollecitazioni trasversali (i soli carichi normali al suolo avrebbero consentito una realizzazione del tutto prossima alle immagini di concorso) collegando alcune strutture tra loro. Un terzo te

ma è stato dato dalla variazione della scatola di copertura, che ha collegato le pareti perimetrali utilizzando le quattro travi disponendo un reticolo orizzontale di irrigidimento. Malgrado (o forse grazie a) queste complesse difficoltà il progetto ha salvato la logica tettonica del concorso, producendo ancora uno spazio caratterizzato da una “Corona di luce”, una zona perimetrale più alta e più illuminata che cinge lo spazio assembleare, lo connette visivamente e simbolicamente verso il cielo, enfatizzando il valore ascensionale delle pareti perimetrali. Il controsoffitto previsto nel concorso, ligneo e piano, liberato da vincoli tecnologici (illuminazione, riscaldamento e acustica non vi sono alloggiati) può concorrere a sottolineare la dilatazione dello spazio verso le pareti perimetrali, inflettendosi verso l’alto. La definizione materica: un grande “lenzuolo

bianco” realizzato con una finitura in gesso, concorre a smaterializzare l’importanza strutturale della copertura senza negarne la logica costruttiva soggiacente e a collaborare alla diffusione luminosa tanto naturale che artificiale

Arredi sacri

Altare
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo redatto quattro soluzioni del sistema Altare-pedana, sempre in riferimento al tipo di organizzazione di spazio assembleare proposto. Nella soluzione finale abbiamo confermato la forma e dimensione dell’altare lapideo, un cubo leggermente sollevato da terra e abbiamo lavorato sulla pedana fino alla configurazione che presentiamo: un quadrato di 4 m di lato rialzato di 45 cm, con quattro accessi.

Sede
Non è variata nel disegno, è stata lungamente studiata al centro dell’Assemblea, ma dopo aver ascoltato parecchie voci ci sembra più giusto collocarla alle

spalle dell’Altare, decentrata, sopraelevata di un metro, quindi ben visibile.

Ambone
La posizione antistante l’Altare conferisce la tensione e la polarità della celebrazione. Senza addentrarci in argomentazioni di cui siamo divenuti attenti “ascoltatori” e delle quali il nostro interlocutore diretto, don Marco Pongiluppi, Parroco della futura Chiesa del Redentore, mons. Peppino Arosio e mons. Crispino Valenziano sono sicuramente migliori conoscitori. La soluzione che alleghiamo è frutto della suggestione dell’Ambone doppio, basso per la proclamazione, alto per il Vangelo, in una stesura che monumentalizza la Parola e reintroduce l’icona della montagna, ai piedi e sopra la quale si parla.

Fonte battesimale

La scelta della collocazione, la forma, il doppio registro della vasca alta per i neonati e la vasca bassa per adulti e adolescenti, ha riscontrato il parere favorevole di tutti gli interlocutori. A queste specifiche abbiamo aggiunto le nuove proporzioni del ricetto e la nuova illuminazione di cui il luogo beneficerà.



*Architetto della nuova chiesa
di Gesù Redentore

immagini coperte da copyright. fotografie di michele laurenzana


Nessun commento: