La relazione liturgica

(documento da www.gesuredentore.it)

Relazione liturgica sulla chiesa di Gesù Redentore


Opere parrocchiali e chiesa

Il rapporto fra opere parrocchiali e chiesa è dato da un vuoto architettonico, così come nella realtà non si dà continuità fra aggregazione, scuola della parola e mistero che si offre gratuitamente.
Un braccio delle ope
re disegna il leggero collegamento funzionale tra i due corpi senza darlo a vedere. La galleria di connessione è aperta verso il cielo e dal sagrato non si colgono elementi in scala minore (finestre, logge, balconi) che contaminino la priorità spaziale del sagrato e il valore monumentale della facciata della chiesa.
In questo luogo di accoglienza e di commiato, tutto parla del passaggio tra la città degli uomini e lo spazio dell’assemblea,
anticipandone il valore collettivo. Solo il portico con la sua dimensione ridotta e la sua predisposizione alla sosta con panche e sedute, addolcisce e misura con dimensione umana, la scala maggiore dello spazio d’ingresso-uscita.

Ambienti-soglia
Il sagrato sopraelevato rispetto alla strada è primariamente lo spazio della sosta, del convenire e della preparazione all’ingresso nella chiesa, l’ambiente soglia che accoglie la città e la pone nello stato dell’interesse e nella percezione degli elementi soglia architettonici: facciata, nartece, portale della chiesa.
La facciata, rivolta alla piazza-sagrato, induce il senso della
disponibilità accogliente più che il senso della monumentalità, perché il significato non è la dimostrazione d’esserci ma la comunicazione sommessa del mistero che si offre.
Il nartece è un elemento non molto grande esternamente ma prolungato all’interno con l’ambiente catecumenale dell’ampio ingresso posto sotto il soppalco, che presenta a sua volta la penitenzeria, le acquasantiere e la zona della comunicazione.
Il portale è segno forte della necessità della scelta cristiana e i
ndica il passaggio fra la vita che scorre nella città e la vita raccolta nel rapporto con Dio; anch’esso s’espande, all’interno, sotto la galleria poi porta al segno rivelatore. Tale segno è il lezionario quotidiano offerto su una mensola a forma di Tau incastonata nel pilastro cruciforme che regge l’architettura battesimale.
Il nartece appare in facciata come un volume estruso, rivestito di pietra che risolta nelle cavità d’ingresso, diviene basamento dell’opera scultorea prevista per il completamento dell’intervento. Questa è l’unica parte dell’intervento che attende uno sviluppo. Lo scultore immaginato è Michelangelo Pistoletto, la disposizione della scultura aveva necessità di misurarsi con il progetto e
secutivo completo e pertanto sarà oggetto di un complemento di studio.

LA CHIESA

Chiesa del battesimo
Gli ambienti e i segni presentati diventano ulteriormente chiari quando, entrando per il portale o recandosi leggermente a destra dalla zona soglia più feriale, davanti alle persone s’apre un percorso ancora catecumenale che traguarda, al fondo, la cappella dell’eucaristia ma, prima, subito, a destra offre l’ampio ambiente sopraelevato del battesimo. Esso si configura co
me silos di luce naturale, battistero per bambini e adulti, fontana che prosegue il segno cristiano.
La torre-silos, recando tagli che fanno entrare luce diretta a tutte le ore del giorno, porta sulla chiesa del battesimo la luce naturale ed evoca una comunicazione misteriosa ulteriore col segno della scala, la quale raggiunge il soppalco e, soprattutto, richiama i passi giovannei delle cose della terra e del cielo, della notte e della luce della coscienza, fino a interpretare nel senso della vicinanza la scala di Giacobbe.
Il battistero è a due corpi, per i bambini, nella forma di un bacile rotondo di ampie dimensioni posto su un parallelepipedo, per gli adulti, a livello del pavimento co
me vasca che evoca la sepoltura misteriosa e la rinascita illuminata e aperta sull’aula della comunità. Dal fonte –che consente il battesimo per immersione- l’acqua corrente genera la grande fontana che oltre lo spazio liturgico prosegue come acqua e strada il segno cristiano, giungendo alla stazione della Beata Vergine col Bambino e –finalmente- alla cappella del sacramento della nuova ed eterna alleanza.

Assemblea e sedi
Il percorso catecumenale sopraindicato non è costretto in uno spazio troppo definito ma è suggerito dall’altezza dell’aula, che su tutto il percorso è 15 metri
mentre si allarga all’assemblea, alta in media 11 metri, con la vista, vicino, del grande ambone della parola, e, più in là, dell’altare. Si giunge così al segno più forte ma non unico della chiesa, dopo la debita preparazione.
L’assemblea è rivolta una metà all’altra, sulla linea di una grande ellisse di cui la Parola e il Sacrificio sono i due fuochi. Rivolta com’è non solo ai grandi luoghi della
liturgia ma anche all’altra metà dell’assemblea, la comunità eucaristica è soggetto e oggetto della preghiera, come richiesto dall’antica e sapiente preghiera del Confesso, suggerendo con ciò l’autorità piena, matura e, al tempo stesso, umile, del corpo mistico di Cristo.
Nell’assemblea sono previsti i luoghi propri delle ministerialità, con sopraelevazione caratterizzante ma non imponente. La presidenza è più alta dell’assemblea ma, a
sua volta, è parte del blocco posto nelle vicinanze del giardino, blocco condiviso da ministri, cantori, fanciulli. Essa è un segno abbastanza importante, di pietra e legno, ma posto in una posizione laterale.

Ambone
L’ambone è un segno importante per l’assemblea,
centrale e capace di attirare l’attenzione sulla proclamazione della parola che si deve poter ascoltare e vedere nella sua consistenza. La posizione nell’aula fa da cerniera fra battesimo ed eucaristia e la forma “adulta” dell’ambone risponde al bisogno che il Vangelo sia degnamente richiamato alla comunità raccolta. E’ a due livelli, ereditando una feconda tradizione che ha dato importanza alla parola soprattutto evangelica.
L’ambone basso, per la parola biblica, di pietra e legno, offre ai piedi e alle spalle del lettore, un fondo di colore scuro, e il vuoto della scala, evocatori del sepolcro di Gesù.
L’ambone ha l’altro livello, per il Vangelo delle grandi feste, che sormonta tutto e completa il monumento pasquale dell’annuncio cristiano, indicando il superamento della morte.

Altare
L’altare ha la più grande importanza, nella verità, nel segno e nell’esperienza, garantita dalla forma perfetta della pietra-altare e dal ciborio che, in alto, sormonta come una mano architettonica, il sacrificio. Tale importanza si tutela meglio col segno e il contenimento della misura che con la grandezza materiale; infatti attira lo sguardo più una forma significativa e contenuta che una grande, e una forma piccola è più facilmente significativa da tutte le direzioni la si guardi, evitando di creare sbarramenti.
L’altare è un cubo perfetto di pietra piena (di lato 1,35 m) con intorno una predella di 4 metri per 4, rivestita della stessa pietra dell’altare.

Controsoffitto sull’assemblea e ciborio sull’altare
A completamento la forma architettonica concava del ciborio in alto a circa 7 metri di altezza, che replica con la sua figura epilettica, la forma del controsoffitto che, sopra l’assemblea, ha forma convessa e, dunque, suggerisce che il mistero non è tutto nella celebrazione ma in cielo.

Cappella feriale
Prosecuzione naturale del percorso principale di accesso, conclude la transizione tra sagrato, portale, fonte, asse della celebrazione (ambone altare) e accoglie il percorso verso la custodia eucaristica come iter processionale.
La lunga fontana esterna collega visivamente e simbolicamente il luogo del battesimo al luogo della custodia.
Il trattamento cromatico della parete posteriore l’altare (trattata in cocciopesto) che si prolunga nella parete esposta al sagrato, piega nello spazio del fonte, si proietta all’esterno lungo la vasca d’acqua per concludersi nella parete retrostante il tabernacolo, costituisce una legame tangibile tra luogo della custodia e luogo del sacrificio, collegando tutti i punti salienti della liturgia.
La cappella, utilizzabile anche separatamente dalla chiesa, ha uno spazio occupato dalla grande Pietà, dipinta su tavola, inglobata nella muratura prossima ai due ingressi (da chiesa e da esterno) quasi un piccolo nartece in scala con lo spazio della custodia e dell’adorazione.
Una lunga finestra bassa inquadra la vasca d’acqua esterna.
Una grande finestra alta inquadra un volume al di sopra del tabernacolo, uno spazio esterno in cui il movimento del sole disegna una stanza di luce che lascia filtrare attraverso un lucernaio, un’illuminazione costante sul luogo della custodia.
La luce mutevole del cosmo, filtrata e riflessa dal lucernaio, assume una fissità che ne cancella toni drammatici conferitigli dalla natura. La stanza sospesa ha la luce del modo, la stanza sottoposta che custodisce l’eucaristia ha una luce costante.

Descrizione delle immagini e della loro collocazione

Crocefisso
Il crocefisso, grande opera pittorica su tela montata su legno, si dispone a fianco dell’altare, in posizione da costituire un fuoco correlato, ma indipendente, dal luogo della celebrazione.
Per l’opera sono stati redatti alcuni bozzetti, come meglio argomentato nel testo di Bert Van Zelm, autore delle opere, la stesura definitiva sarà la sovrapposizione di molteplici strati pittorici, con la costruzione di uno spessore materico tipico della tecnica del maestro olandese.

Quadro di Maria
Come previsto nel concorso sarà prodotta un’immagine della Vergine.
Il luogo del quadro è previsto e progettato all’intersezione tra chiesa e cappella, lungo il percorso professionale maggiore tra ingresso e custodia. Il quadro, di circa tre metri per tre, è disposto al di sopra di un taglio basso che lascia vedere la fontana posteriore e innalza l’immagine della Madonna al di sopra di un piano esterno in cui si riflette il cielo.

Pietà
Collocata all’ingresso della cappella, la lunga pala, composta di tre quadri giuntati, è disposta nel ricetto laterale, illuminato zenitalmente in maniera autonoma, con luce naturale e artificiale. Due dei quadri, che ritraggono Maria e altri personaggi, sono leggermente discosti dall’ultimo che ritrae Cristo. Anche il rapporto con la parete varia, i primi sono incassati nel muro, l’ultimo vi è appoggiato. Una panca continua scorre al di sotto dei dipinti e sancisce una distanza tra osservatore e piano di affissione.

Via crucis
Come previsto dal concorso sarà realizzata su pannelli in vetro opalino, a smalto, e posizionati nello spazio esterno dell’orto degli ulivi, seguibile dall’interno dell’aula o con percorso professionale all’esterno.

Connessione tra chiesa e casa della carita'

Patio
La cappella è il luogo del sacramento come anche il luogo della preghiera degli ospiti della casa della carità. Un portico collega lo spazio di vita degli ospiti al luogo della preghiera giornaliero.
La connessione funzionale abbraccia lo spazio aperto, un giardino su due livelli, luogo esterno in cui si guardano la chiesa, la cappella e la residenza tanto dei degenti, che dei loro angeli custodi. La casa canonica, posta al primo piano del giardino completa lo spazio comunitario.
Contrapposto al sagrato questo luogo è il fulcro della micro urbanità interna del centro, delimitato e protetto dai corpi di fabbrica è però in relazione visiva con tutti i percorsi tra le residenze. Gli ospiti saranno al riparo, ma non si sentiranno segregati, perché a diretto tiro di voce dal parroco e dagli assistenti, ad un passo dalla chiesa e dalla cappella, prossimi al refettorio e al locale svago. Un luogo aperto verso il cielo, ma anche alla socialità corroborante di un prossimo amico.

Don Marco Pongiluppi, parroco – Mauro Galantino, architetto


immagini coperte da copyright. fotografie di michele laurenzana

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